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Comuni Valle Brembana

432 m – sup. 8,14 kmq
Vi è molta incertezza sull’origine del nome di questo comune. Secondo alcuni studiosi deriverebbe da “acqua” (essendo la zona ricca di sorgenti naturali e molto umida), per altri invece potrebbe avere origine da “al guado” divenuto poi Algua, per indicare la località ove era possibile guadare senza rischi il torrente Serina, che in quel logo era facile da superare.

260 m – sup. 1,96 kmq
La storia di Almè dall’epoca romana fino alla dominazione longobarda, si confonde e si identifica con quella della illustre borgata di Almenno, di cui rappresentava una porzione di territorio assai importante, posta al di qua del Fiume Brembo. Le scarse testimonianze sulla sua vita preistorica, quali recenti rinvenimenti di manufatti palafitticoli, ci inducono a pensare che anche Almè abbia subito la vicenda della occupazione antropica comune a tutta la zona; nella quale si insediarono successivamente i Liguri eneolitici e palafítticoli, gli Etruschi.

650 m – sup. 10,58 mq
Averara sembra derivare il suo nome dal dialetto “avrera”. Un tempo fu la capitale di tutta la Val Averara. Prima che la Priula tracciasse da Mezzoldo la via, che per Passo San Marco immetteva nei Grigioni, era Averara l’ultimo paese lungo l’itinerario che risaliva la Val Mora verso il Passo di Verrobbio e di Albarino (detto poi di San Marco). Anche qui, nella contrada alta di Redivo, esisteva una dogana (quella più fotografata per la geometrica simmetria delle scale che impreziosiscono l’architettura della facciata), non lontana dalla chiesa di San Pantaleone, col campanile a bifore del ‘400.

800 m – sup. 2,18 kmq
Gli abitanti di Blello sono raccolti nel più piccolo paese della Bergamasca: quando ci sono tutti sono un centinaio, sparsi nelle frazioni di Brevieno, Ghisalerio e Blello e in qualche altro casolare isolato. La diversificata occupazione economica e un migliorato assetto viario, che comunica con la Val Brembilla e la Val Imagna, consentono a chi vuol rimanere ancorato alle proprie origini di gustare con più sicurezza l’amenità del luogo che accede alle infrastrutture di servizio dei centri maggiori più vicini.

612 m – sup. 5,53 kmq
Il comune di Bracca è noto per la purezza delle fonti minerali “Bracca” e “Flavia”, che sgorgano appena oltre l’orrido, ma il cui impianto d’imbottigliamento, per ovvie ragioni di spazio, è dislocato verso Ambria (Zogno). La cura idropinica di Bracca è indicata per le malattie dell’apparato digerente, nella calcolosi renale e nelle alterazioni del ricambio in genere.

844 m – sup. 25,32 Kmq
Branzi è un Centro Turistico molto frequentato sia nella stagione estiva che in quella invernale. Punto di partenza per escursioni in montagna, indimenticabili tra il verde e la bellezza della sua natura. Arte e Cultura – Parrocchiale di S. Bartolomeo: Pala Madonna del Rosario con i Misteri, di Carlo Pozzo (‘600) – tre Tele del Martirio, Vocazione e Miracolo di San Bartolomeo (ignoto del ‘700). Adorazione dei Pastori, di G. Domenico Midali – Altare Maggiore, ricco di marmi policromi.

570 m – sup. 12,56 kmq
Il nome Camerata Cornello, deriva da camerata = casa, dimora e Cornello = roccia, rupe (dal bergamasco CORNEL). Il paese è costituito da una serie di nuclei di sapore antico distribuiti sulla sponda destra del Brembo, dal fondovalle fino alle falde del monte Venturosa. Uno di questi Borghi è Cornello, noto per aver dato i natali al casato dei Tasso postali e letterati. Tra questi ricordiamo BERNARDO, padre del più famoso TORQUATO, immortale autore della Gerusalemme Liberata. Un tempo il borgo era al centro dei commerci che si svolgevano con la Valtellina lungo la via Mercatorum ed era sede di un importante mercato.

1.100 m – sup. 44,02 kmq
Sull’origine del nome CARONA, gli storici non trovano concordi. Esso potrebbe derivare dal latino CALAUNA, o addirittura da un nome etrusco. Potrebbe inoltre essere anche un nome personale “CARONA”, o quello della voce latina COLUMNE, ad indicare delle “columna e miliares”. Di certo si è trovato che questo centro è citato su antiche carte già nel 926. E’ sempre stato conosciuto comunque, oltre che per le miniere di ferro sfruttate dai Romani che vi avevano anche installato un “forno di fusione”, per l’ottimo formaggio che quivi veniva commerciato.

600 m – sup. 14,08 kmq
Il nome di Cassiglio, anticamente Cassiglio sembra derivare probabilmente dal latino CAS-ILIUM che nel dialetto bergamasco divenne poi casèl, come riferimento a “capanna” tettoia per lo strame. In effetti questo centro che diede la denominazione ad una delle diramazioni della Valle Averara, ha avuto la sua modesta economia legata alla pastorizia ed al pascolo stagionale. Nulla di strano dunque che anche etimologicamente il nome rispecchi l’attività che un tempo fu prevalente.

907 m – sup. 12,12 kmq
Il nome di Costa Serina, deriva (COSTA) dalla posizione del primitivo nucleo abitato, sulla falda del Monte, e (SERINA) dal fiume che bagna la Valle. La favorevole esposizione della zona, avvalora la storicità degli insediamenti a Costa Serina e nei nuclei vicini di Ascensione, Trafficanti e Ambriola. Trafficanti è ricordato ogni qualvolta si fa cenno alla “via mercatorum”, che dalla Val Seriana saliva a questo crinale per immettersi nella Val Brembana.

1.025 m – sup. 9,34 kmq
Il nome di CUSIO “chiuso” sembra derivare dalla sua posizione geografica, che lo vede chiuso tra i monti che lo circondano. L’economia di Cusio, prettamente pastorale non consentì nell’antichità’ di sviluppare traffici o mestieri che permettessero ai suoi abitanti di sollevarsi da una condizione molto disagiata costretti a coltivare piccoli campi a segale, orzo patate, furono sottoposti frequentemente alla fame ed alla miseria.

985 m – sup. 19,59 kmq
Dossena sembra derivare il suo nome da DORSUM “dosso”, come in effetti si presentava un tempo l’antico nucleo del paesello, appoggiato appunto sul dosso del monte. Dossena è sicuramente il primo nucleo abitato costituitosi in Valle Brembana. Esso è sorto ed in seguito sviluppato fra le nostre montagne, quale diretta conseguenza dello sfruttamento delle miniere locali, che fornivano preziosi minerali necessari alla metallurgia di quel tempo.

1.515 m – sup. 16,25 kmq
Foppolo, antico e caratteristico villaggio brembano, sembra derivare il nome da “FOPPA”, chiaramente allusivo alla sua primitiva collocazione geografica. Foppolo, un tempo solo rifugio estivo di mandriani e quasi disabitato d’inverno. Si citano anticamente alcune miniere di ferro che dovevano trovarsi in contrada Cadelle. Il centro di Foppolo ha poi avuto un enorme sviluppo grazie agli sport invernali, e alle favorevoli condizioni ambientali dei monti circostanti. Foppolo è il centro sciistico più rinomato delle Orobie.

760 m – sup. 10,03 kmq
Il nome Gerosa sembra derivare dalla voce lombarda “GEROS” cioè ghiaioso. L’economia del paese di Gerosa è stata legata nel passato esclusivamente alla pastorizia ed alla produzione del carbone della legna. Centro agricolo e turistico della Valle Brembana, Gerosa si sviluppa alle pendici della Forcella di Bura che segna l’accesso in Val Taleggio. Gerosa, nella sua storia è interessante notare quanto l’eredità contadina, abituata alla decantazione naturale dei tempi biologici, abbia influito sulla considerazione degli avvenimenti guidati dagli uomini.

707 m – sup. 13,24 kmq
Situato in Alta Val Brembana, Isola di Fondra è un comune costituitosi in epoca abbastanza recente: è infatti il risultato dell’unione avvenuta delle piccole comunità di Fondra e Trabuchello. Comprende un tratto di fondovalle percorso dalla strada e dal Brembo nonché i ripidi versanti dei monti Torcola (1636 m) ad ovest e Pietra Quadra (2356 m) e i Tre Pizzi a est. La superficie del territorio è di 13,25 kmq.

463 m – sup. 12,88 Kmq
Il paese di Lenna si estende appena a monte della confluenza dei due rami principali del Brembo, quello di Mezzoldo e quello di Fondra. Da prevalente centro agricolo-montano si sta’ sviluppando in un centro di produzione industriale ed artigianale, con l’effetto di ridurre in parte il pendolarismo lavorativo ancora diffuso. Del resto a Lenna erano attive fino all’ ‘800 importanti fucine e forni fusori dei minerali provenienti dall’alta valle Brembana.

835 m – sup. 18,81 kmq
Mezzoldo sembra derivare il proprio nome, come scrive il MASSIA, da “mezzo alto”. La storia di questo centro è sempre stata strettamente legata a quella degli altri paesi della Valle Averara. La sua posizione geografica di ultimo paese prima del passo San Marco per la Valtellina, gli ha consentito di sviluppare nell’antichità un certo commercio lungo la “Via Priula”. Era quindi terra di confine e, come tale, ospitava la dogana veneta ed era sede di scambi.

660 m – sup. 6,17 Kmq
Il territorio di MOIO DE’ CALVI era antica riserva di caccia della nobile famiglia Veneziana dei CALVI che vi si trapiantò definitivamente. Sotto la Repubblica veneta il Comune ebbe uno statuto speciale e nel 1492 viene costituita la Parrocchia (la chiesa attuale infatti risale alla fine del XV secolo). Le frazioni di COSTA e di CURTO conservano parecchie testimonianze (affreschi) di Venezia. Dal 1927 al 1956 fu aggragato al Comune di Martino de’ Calvi, ora abolito.

556 m – sup. 7,78 kmq
Olmo al Brembo appartenne dapprima ai Vescovi di Bergamo e, successivamente, ai Visconti che accordarono speciali statuti (1368) confermati dalla Repubblica Veneta nel 1431 e nel 1588. Fino al 1863 si chiamò OLMO. La parte antica dell’abitato presenta strade irregolari, con sottoportici e piazzette/cortile, che nonostante la modesta architettura, rivelano pregevoli ambienti: notevoli un palazzetto con loggia ad archi tribolati di influenza veneta ed una bella fontana settecentesca.

1.030 m – sup.32,45 kmq
Oltre il Colle deriva il nome dalla sua posizione geografica. Anticamente Oltre il Colle non era che una frazione di Serina. Nel 1569 ne fu fatta una reale divisione per cui risale a quell’anno la nascita vera e propria del Comune di Oltre il Colle. Molto fiorente fu l’industria delle picche (tipicamente locale) di continuo incoraggiata dalla Signoria, che anzi a più riprese nel 1641, nel 1644 ed anche nel 1654, ne ordinò a migliaia affinché le maestranze non fossero costrette all’immigrazione.

921 m – sup. 14,29 kmq
Il nome ORNICA sembra derivare dal latino “fraxinus ornus”, che un tempo doveva ricoprire in abbondanza le selve che circondano i sette villaggi che componevano la Val Averara. Come Santa Brigida, Ornica dipendeva anticamente dalla plebania di Primaluna in Valsassina. Molto diffuso era un tempo il mestiere di ridurre in chiodi il ferro. A Ornica vi era infatti una grossa fucina che lavorava anche i ferri da taglio. Note erano le diverse miniere di ferro, che alimentavano un forno di fusione.

536 m – sup. 6,54 kmq
Attualmente è sede della Comunità Montana Valle Brembana ed ospita un importante mercato settimanale, appuntamento fisso degli operatori zootecnici della zona. E’ nell’ambito di questi periodici incontri che si è sviluppata l’idea di rinsaldare le sofferenze dell’economia montana, qualificando con marchi d’origine le migliori caratteristiche dei prodotti, come oggi avviene con successo soprattutto per i prodotti caseari che sono in grado di accaparrarsi stabili e promettenti quote di mercato.

850 m – sup. 23,61 kmq
Piazzatorre, deriva il suo nome da “PIAZZA” inteso come sinonimo di “piano” e da torre, probabilmente una antica torre che caratterizzava in epoca remota il centro della Val Torcola. Piazzatorre è un’affermatissima stazione turistica invernale ed estiva, sempre animata da interessanti proposte d’intrattenimento e di evasione ricreativa. D’estate gode infatti di un clima fresco e salubre delle abetaie che la circondano, mentre d’inverno accede agli impianti sciistici di Piazzo e Monte Torcola.

702 m – sup. 4,19 kmq
Il nome PIAZZOLO deriva sicuramente dalla posizione geografica del territorio sul quale insisteva l’originale nucleo abitato, quello di un “piccolo spiazzo” in mezzo ai monti, cime e dirupi. Da quì il diminutivo di “piazzola” divenuto poi PIAZZOLO. L’economia del centro è stata legata per secoli alla pastorizia all’agricoltura, si coltivava anche la “biada”, e al lavoro dei boscaioli e dei carbonai (produzione del carbone di legna). Cento anime, meno di un condominio di città, fanno un comune.

290 m – sup. 8,37 kmq
Il territorio del Comune di Ponteranica ha una estensione di 837 ettari: giace per il 10% circa su terreni pianeggianti e per il 90% circa sulle pendici della collina e della montagna con altitudine sul mare variabile da 290 metri (Pontesecco) a metri 1.150 circa (Canto Alto); ha pendenze medie generali variabili dal 20% al 60% con prevalenza del 35%. Le formazioni geologiche di tali pendici appartengono all’era mesozoica (cretaceo e lias). I terreni delle pendici stesse provengono dal disfacimento delle sottoposte rocce calcaree e marmose.

1100 m – sup. 25,49 kmq
Roncobello, in origine solo Ronco, trae il suo nome dal dialetto lombardo “RONCH” nel senso di “colle inciglionato”. L’aggettivo “bello” venne successivamente aggiunto per far rilevare la splendida posizione naturale nella quale si trova il centro e le frazioni. L’economia di Roncobello anticamente era imperniata sulla pastorizia e sulla concia delle pelli. Esistevano anche alcune miniere a Roncobello, tra queste la più’ nota, fin da epoca preromana, fu quella d’ORO ubicata in una zona non precisata di Bordogna.

400 m – sup. 31,45 kmq
Collocato in posizione strategica, alla confluenza tra il Brembo e l’Enna, il paese si distingue per la fisionomia, caratteristica e inconfondibile, che gli conferiscono le strette strade, il lunghi porticati, gli antichi ponti e le vecchie case allineate in fregio ai corsi d’acqua e dominate dall’alto dalla maestosa mole neoclassica della chiesa parrocchiale, innalzata nell’Ottocento sul precedente edificio di epoca medioevale.

354 m – sup. 22,83 kmq
San Pellegrino Terme prende il nome dal fiume Brembo che la percorre in tutta la sua lunghezza. Il territorio di San Pellegrino Terme è disposto sulle due rive del fiume. La cittadina dista 24 Km da Bergamo e 70 Km da Milano. Centro ed economia rurale sino alla fine dell’800, San Pellegrino Terme è diventata, grazie allo sfruttamento delle sue acque, una fra le più rinomate città termali della Lombardia.

861 m – sup. 14,21 kmq
Anticamente Santa Brigida dipendeva dalla plebania di PRIMALUNA nella Valsassina. Un tempo molto fiorente era la fabbricazione dei chiodi da cavallo che si producevano nelle “chioderie”. Il ferro occorrente veniva prima preparato nelle grandi fucine che si trovavano a CASSIGLIO. Molto diffuso era anche il mestiere che consisteva nel carbonizzare la legna (far la carbonella), abbinato a quello del boscaiolo.

325 m – sup. 5,98 kmq
L’origine del nome non è sicura. Alcuni studiosi tendono a farlo derivare da un nome etrusco altri dal latino “SEDULINA”, diminutivo di SEDE. Già nota per i famosi Ponti sul Brembo, il più antico dei quali sembrava risalisse al 110, e da uno dei quali la leggenda vuole che si sia gettato nel sottostante fiume il ben noto Brigante Vincenzo PACCHIANA, detto PACI’ PACIANA, “Re della Val Brembana”. Con la costruzione dell’attuale superstrada, i ponti di Sedrina hanno perso la loro attrattiva.

823 m – sup. 27,54 kmq
Le prime notizie storiche riguardanti Serina vengono individuate soltanto dopo l’anno mille. Primitiva dipendenza del regime feudale e dal potere vescovile. Prevalente influenza – all’epoca della instaurazione delle Signorie – dei Guelfi Torriani, signori di Milano, dal 1265. Successivamente, dal 1428, dominazione dei Veneziani: Serina capoluogo della Valle Brembana superiore fino al 1797 (sede di un Vicario o rappresentante della Repubblica Veneta). 

280 m – sup. 12,32 kmq
Il territorio di Sorisole è costituito dalle seguenti località: Sorisole capoluogo, la frazione di Petosino, la frazione di Azzonica, e dai nuclei edificati storicamente e riconosciuti dalla comunità: Premerlino, Comunelli, Botta Alta, Serit (Grom), Sant’Ana, Grumel mez, Boscalgisi, Madonna dei Campi, Rigla, Botta Bassa, Laxolo, Castel dè Pilis e Canvarola-Valli. Il territorio del Comune di Sorisole si estende per chilometri quadrati 12,32 e confina con i comuni di Ponteranica, Bergamo, Paladina, Almè, Villa d’Almè.

761 m s.l.m. – sup. 46,59 kmq
Il comune di Taleggio raggruppa le località di Sottochiesa, Pizzino, Olda e Peghera. La soleggiata esposizione dei borghi lungo i declivi conferisce al paesaggio note d’inconfondibile dolcezza alpina, tali da giustificare l’appellativo di “piccola Svizzera”. A Taleggio sono tipici gli edifici con i tetti a forte pendenza, ricoperti da pietre sovrapposte a gradini. E’ percorsa dal torrente Enna.

333 m – sup. 7,35 kmq
I due centri che danno origine al comune sorgono tra i nodi fluviali del Brembo con i torrenti Brembilla ed Imagna, proprio nei pressi delle strozzature di Sedrina e Botta. La loro posizione risultò sempre strategica per consentire l’accesso in Val Brembana e nelle sue valli minori, infatti proprio nelle grotte di Costa Cavallina si sono trovati i più antichi reperti umani d’epoca preistorica (ca.12.000 anni fa). In epoca medioevale e fino a provvedimenti drastici attuati da Venezia, la zona fu teatro delle lotte fratricide delle opposte fazioni di guelfi e ghibellini.

417 m – sup. 20,91 kmq
Il nome Brembilla accomuna la Valle, il torrente che la percorre e il comune, il cui territorio ne occupa la parte media e inferiore. Un tempo Brembilla non era un particolare centro abitato ma tutta una zona comprendente, oltre all’attuale Valle Brembilla, anche il territorio di Ubiale-Clanezzo e il versante valdimagnino del Monte Ubione. La forma derivativa in -illa, molto inconsueta si può supporre come un aggettivo in -ilis, che però non fornisce troppe deduzioni. Molto più facile sarebbe far derivare il nome BREMB o BREMBO da una lingua preromana dove BREM sta’ per risuonare.

1200 m s.l.m. – sup. 14,91 kmq
Il nome di Valleve, sembra derivare dal dialetto Vallev = Valle di Lefe che a sua volta potrebbe avere un origine Gallica, dal nome Leufo (Valle di Leufo). La prima citazione storica risale al 1.181, i suoi abitanti in tempi remoti si dedicavano interamente alla pastorizia ed alla cura estiva delle mandrie che qui vi erano portate in alpeggio.

581 m s.l.m. – sup. 2,09 kmq
VALNEGRA sembra derivare il suo nome da “NEGRA” oscura, anche se la sua posizione geografica è tutt’altro che angusta. Gli abitanti di Valnegra sono molto industriosi da sempre, seppero coltivare il piccolo territorio comunale a Biada, a Patate e a Gelsi. Molti esercitarono l’arte del carbonaio ed “esportarono” questo mestiere anche fuori provincia e fuori Italia. Valnegra è situata ai piedi del Monte Torcola.

938 m s.l.m. – sup. 30,53 kmq
VALTORTA deriva il suo nome dalla conformazione geografica del territorio. Ha antiche origini risalenti al mille, fu legata religiosamente a Primaluna in Valsassina. Sede di notariato e di preture: ancor oggi esiste una casa in decadenza – detta “della pretura”. Nel 1888 una slavina demolì la contrada Torre causando 30 morti.  Nei primi decenni del 1900 vi si coltivavano miniere di ferro.

817 m s.l.m. – sup. 19,77 kmq
VEDESETA potrebbe derivare il proprio nome da “VITICETA” cioè zona ove abbonda il “Vitex” una specie di arbusto. Le vicende di questo località sono legate strettamente a quelle di tutta la Val Taleggio. I Vedesetesi erano Ghibellini, mentre i Taleggini erano Guelfi. La lotta tra le due frazioni caratterizzò un periodo storico (fine ‘300) in cui le incursioni sanguinarie portano in tutta la Valle, morte e distruzione.

250 m – sup. 6,36 kmq
Villa d’Almè centro prevalentemente residenziale della collina Bergamasca allo sbocco della Valle Brembana, conserva rilevanti insediamenti industriali (Linificio e Canapificio nazionale) e una discreta attività artigianale e commerciale. Dista da Bergamo 9 chilometri. Si estende su una superficie di 6,36 chilometri quadrati, partendo dai 243 m. slm del Brembo ai 601 m. slm dei colli. Ad ascoltare gli storici col nome generico di “Villa” erano comunemente chiamati i piccoli centri rurali di pertinenza di una chiesa plebana o di una corte signorile.

320 m – sup. 34,86 kmq
Zogno, piccola capitale economica ed amministrativa della Valle Brembana è anche il paese vallare più popolato. Posto a circa 18 km dalla città di Bergamo in un pianoro contornato dal fiume Brembo. Prima di entrare in paese venendo dalla pianura, troviamo sulla sinistra le “Grotte delle Meraviglie” vera e propria attrazione con grotte tappezzate di stalattiti e stalagmiti. Il centro storico di Zogno è caratterizzato dai suoi stretti vicoli e piazzette con antichi palazzi e botteghe.

La Valle Brambana

La Valle Brembana racchiude un grande patrimonio di arte, poesia e storia: molti infatti gli itinerari storici-artistici. A Sedrina visita alla stupenda parrocchiale, mirabile opera di Mauro Codussi (al cui genio architettonico si devono tanti monumenti di Venezia) che conserva nel suo interno un vero tesoro, una pala d’altare di Lorenzo Lotto. Poi la strada (la vecchia provinciale della Valle Brembana che ricalca il tracciato della cinquecentesca Strada Priula che fu addirittura sospesa sul vuoto con le  “chiavi” alla Botta), sostituita poi dalla nuova superstrada, precipita qui verso i ponti, un vero intrico – il più antico dei quali tutto ad archetti, data la sua costruzione sarebbe quello da cui si gettò il famoso Paci Paciana, il “Padrù'” della la Valle Brembana, una specie di “passator” poco cortese orobico la cui vita si è trasformata in leggenda. A sinistra e si raggiunge l’industriosa Brembilla. 

Si procede lungo l’asse principale della Valle Brembana e si entra nella vasta e verde conca di Zogno che con i suoi circa diecimila abitanti, le sue industrie, i suoi uffici, è il capoluogo della Valle Brembana. A Zogno, in media Valle Brembana, si può visitare il “Museo della Valle Brembana” e la zona monumentale della chiesa prepositurale e del convento di Romacolo senza trascurare una visita alla parrocchiale di Grumello de Zanchi che conserva preziose tele del De Pieri; Stabello offre la visione di una ben conservata casa romanica; a Poscante, patria dei pittori Licini e Gavazzi a Endenna dove sorge una delle più antiche chiese della Valle, in cui è conservato il cranio dell’apostolo Barnaba.

Riprendendo il viaggio ci si porta ad Ambria (osservare a sinistra, alle 3 fontane, alcuni antichi ed interessanti edifici quattrocenteschi), per arrivare nella più nota stazione turistica di tutta la provincia: San Pellegrino Terme. Vi troneggiano il Grand Hotel ed il Casinò Municipale. Qui viene imbottigliata la famosa acqua minerale esportata in tutto il mondo. San Pellegrino Terme è innegabilmente uno dei punti fermi del turismo, provinciale e regionale. Da San Pellegrino Terme a San Giovanni Bianco, il paese dei ponti – ne ha ben sette, alcuni di antica costruzione – patria di Carlo Ceresa e di Giovanni Busi detto il Cariani. Prima di arrivare a San Giovanni Bianco è d’obbligo un’escursione a Dossena per una visita all’antichissima chiesa plebana che conserva preziosissime tele del Veronese, del Santacroce, del Ceresa, del Ridolfi, del Cassana, del Reimier, del Meevens, del Cefrondi ecc. ecc. – San Giovanni Bianco uno dei paesi più ricchi di storia e cultura di tutta la Valle Brembana. Il centro storico conserva la sua originaria struttura con i ponti romanici, l’antica strada Priula, Palazzo Boselli del ‘400, uno degli edifici più signorili di tutta la valle. Nella Parrocchiale di San Giovanni Bianco è conservata una reliquia della passione di Cristo, “la sacra spina” attorno alla quale si è consolidata una devozione popolare di tutta la Valle Brembana.

Santuario della Madonna del Gallo dove nel 1492 una donna vide uscire del sangue da un quadro della Vergine, il Santuario della Madonna del Perello ricorda l’apparizione della Vergine nel 1413 ad un contadino. Poi si punta decisamente “oltre la Goggia” vale a dire verso l’Alta Valle che nasce a Lenna dominata dalla neogotica chiesa di San Martino in cui sono conservate preziose opere: una pala d’altare di Lattanzio da Rimini e sculture di Andrea Fantoni. A Piazza Brembana la Valle Brembana si apre a ventaglio. A sinistra Valnegra e la Valle di Roncobello, “la perla verde” della Valle Brembana poi Isola di Fondra e Trabuchello, quindi Branzi dove si aprono due rami secondari, quello di Carona (base di partenza per i leggendari Laghi Gemelli e per la zona alpinistica del Rifugio Calvi) e quella di Valleve e Foppolo, centri sciistici di prima importanza, meta ricercata di sciatori provenienti da tutta Europa.

A sinistra Olmo al Brembo, centro di smistamento per altre valli: Valle Stabina (con Cassiglio, Ornica e Valtorta, che hanno conservato la calda atmosfera sociale ed umana del passato, la Valle di Averara con Averara patria dei Baschenis e dei Guerinoni; sede di dogana Veneta ed dove ancor oggi è ammirabile il singolarissimo edificio che ospitò Gabellieri della Serenissima, Santa Brigida e Cusio dominata dal monte Avaro; la Valle di Mezzoldo con Piazzolo, Piazzatorre detta “vecchia signora” del turismo Brembano in Alta Valle Brembana, stazione sciistica di primordine ben conosciuta e frequentata da decenni e Mezzoldo che fa capolinea della Strada Priula, oggi punto di partenza della bella strada panoramica che sale alla Cà San Marco al passo da dove scende verso la Valtellina. Queste montagne, nel periodo dell’alpeggio, ospitano numerose mandrie di bergamini col cui latte si produce il “Formai de Mut” e il Bitto, latticini unici nel suo genere. Bastano per gli intenditori, pochi nomi: Cantedoldo, Parisciolo, Convento, Rais, e il superbo Camisolo di Valtorta.

Comuni della Valle Brembana con più superficie: Taleggio (46.59 kmq), Carona (44,02 kmq), Zogno (34,86 kmq)
Comuni della Valle Brembana più alti s.l.m.: Foppolo (1515 m), Valleve (1200 m), Carona (1100 m)
Comuni della Valle Brembana con più abitanti: Zogno (9.026), San Giovanni Bianco (5.116), San Pellegrino Terme (4.976)
Comuni della Valle Brembana con meno abitanti: Blello (94), Cassiglio (107), Ornica (210).