Cenni Storici di Isola di Fondra

Le alterne vicende della Valle Brembana investirono anche la Valfondra che sembra aver subito la dominazione di Etruschi, Romani e le successive invasioni barbariche. Con ogni probabilita', anticamente era abitata da popolazioni dedite alla pastorizia e all'attivita' mineraria. Solo del periodo dopo il 1000 si hanno notizie storiche documentate. Un atto del 1148 dice: "Sizio e Aspello di Fondra furono investiti dal Vescovo Gerardo di ogni diritto  in Valle di Fondra, nel monte Scanicola fino a Branzi e valle del Leffo fino all'Arete e per la valle Sasso fino al fiume Brembo". Verso la fine dell'XI secolo infatti il Vescovo di Bergamo esercitava diritti feudali in quasi tutta la Valfondra. Lo statuto di Bergamo del 1331 fa riferimento all'accorpamento dei Comuni di Branzi, Valleve, Cambrembo, Foppolo e Carona con Fondra. Dopo il periodo tumultuoso delle Signorie, nel 1428 la Valle passa sotto la Repubblica Veneta. Nella relazione che il capitano Giovanni da Lezze invio' al Senato si legge: "La Valfondra e' una valle in mezzo ai monti e attraversata dal Brembo........ Le terre e le contrade sono divise  in 3 parrocchie: S.Giovanni, S.Bartolomeo e S.Lorenzo. A quest'ultima appartengono Fondra, Soprafondra, Trabuchello, Forcella, Foppa, Via Piana, Cornelli e Posaldosso (Pusdosso). Esistono forni e fucine per la lavorazione del ferro estratto nelle miniere. Il ferro viene comodamente lavorato grazie alla presenza  dell'acqua del fiume Brembo che peraltro viene usata per far funzionare mulini, peste del grano e segherie......." Con il tratto di Campoformio (1797) va a far parte della Repubblica Cisalpina. Il regime napoleonico porto' un certo risveglio nazionale e il riordino dell'amministrazione, della giustizia e della legislazione. Successivamente il Congresso di Vienna segno' il passaggio della Lombardia all'Austria. La Valfondra divenne parte del distretto di Piazza Brembana. Infine nel 1859, con la seconda guerra d'indipendenza, entro' a far parte del Regno d'Italia e ne segui' le vicende.

Antiche vie di comunicazione
Anticamente la strada di collegamento della Valfondra (un ramo della Via del Ferro) con la Piana di Lenna e con la via Mercatorum, era una mulattiera che saliva dall'attuale Lago di Moio fino a Bordogna. Qui, in frazione Forcella, superava il passo per poi transitare nel centro di Fondra in riva sinistra e scavalcare il Brembo alcune centinaia di metri a monte dell'abitato su una passerella che nel 1715 venne sostituita da un manufatto di pietra, in stile romano , chiamato il Ponte dei Canali. La strada poi proseguiva per Trabuchello e per tutti gli altri centri della Valfondra e si collegava  con quegli itinerari che attraverso i passi delle Orobie (Tartano, Venina e Publino) portavano in Valtellina. Nel 1834, ad opera degli austriaci venne costruita una carreggiabile tra Lenna e Branzi che correva sulla destra orografica della valle. La realizzazione della nuova strada e la costruzione di un ponte nel centro di Fondra (1805) portarono all'abbandono del Ponte dei Canali che fu presto soggetto a degrado. Nel 1998 il ponte e' stato restaurato con il ripristino delle spallette.

Le Valanghe
Trabuchello si trova in una posizione bella, ma assai esposta al pericolo delle valanghe, proprio per questo il nome della localita' deriverebbe da "trabocchetto". E' dominato dal monte Pietra Quadra (2356 m) dalle cui pendici nella  stagione invernalem precipitano copiose nevi formando nel sottostante canale, molto stretto e poco profondo, enormi valanghe che talvolta traboccano mettendo in pericolo le abitazioni. Nella memoria locale e' ancora viva la tragedia che colpi' Trabuchello il 23 Gennaio 1810, quando un'enorme massa di neve travolse la parte alta del paese, risparmiando pero' la chiesa e la casa del Parroco. La furia della valanga si abbatte' su 24 case e seppelli' trenta persone. L'evento si ripete' nel 1888: ne e' testimonianza un quadro molto rappresentativo conservato nella parrocchiale. Ancora nel 1917, '51, '72, '77 e nell'86 pur con modalita' diverse le valanghe si sono fermate a ridosso dell'abitato. Attualmente sono in corso opere di difesa, sia a monte che a valle, che dovrebbero eliminare i pericoli per il paese.

Le Miniere
L'attivita' mineraria fu per molti secoli una tra le principali risorse economiche di Fondra, come ne attesta il nome che deriva dal latino "fundere". L'escavazione del rame e del ferro si reputa sia iniziata in tempi antichissimi. Che in epoca romana fossero praticamente cava di rame o di calcopirite, un minerale di rame, nella terra bergamasca lo attestano Plinio il Vecchio, e il minerologo Giorgio Agricola. Che alcune piccole miniere si trovassero nel territorio di Fondra, lo scrive il Mairone da Ponte: "Quivi e' dove ammirasi grandi antiche e abbondanti escavazioni e grandi artificiali spaccature di montagna. Esse vanno attribuite a lavori praticativi al tempo che la patria apparteneva al dominio romano ". Durante la dominazione veneta  Fondra era sicuramente un centro minerario importante con diverse miniere di ferro e gli "assali" (barre di ferro), informa il Lezze, venivano vendute a Genova, Milano e Bergamo. Nelle miniere si lavorava da ottobre a maggio perche' d'estate l'eccessiva umidita' e le acque che coprivano il fondo rendevano impossibile la presenza dei minatori. E' certo che nel 1600 a Fondra erano attive 17 miniere, delle quali 3 di piombo e 14 di ferro, mentre Trabuchello contava 2 minieredi ferro. All'inizionel '700 l'industria mineraria entro' in crisi, specialmente nelle vallate Oltre la Goggia, anche a causa dei particolari oneri fiscali a cui era soggetta e della mancanza di legname per alimentare i forni. Nel 1742 risultavano concesse sul nostro teritorio 4 miniere di ferro a Trabuchello e 5 a Fondra, ma il vicario delle miniere confessava di non saper quali fossero funzionanti e quali abbandonate. In particolare nel '700 e nei primi decenni del 1800 il ferro che veniva estratto era lavorato in piccole officine lungo il Brembo per la produzione dei chiodi.