Averara

Averara sembra derivare il suo nome dal dialetto "avrera". Un tempo fu la capitale di tutta la Val Averara. Prima che la Priula tracciasse da Mezzoldo la via, che per Passo San Marco immetteva nei Grigioni, era Averara l'ultimo paese lungo l'itinerario che risaliva la Val Mora verso il Passo di Verrobbio e di Albarino (detto poi di San Marco). Anche qui, nella contrada alta di Redivo, esisteva una dogana (quella piu' fotografata per la geometrica simmetria delle scale che impreziosiscono l'architettura della facciata), non lontana dalla chiesa di San Pantaleone, col campanile a bifore del '400. Il centro della mercatura si sviluppava invece piu' in basso, lungo la via porticata dove ancora campeggiano i marchi delle maggiori imprese gentilizie e commerciali. Due solide torri, a presidio degli opposti versanti del fiume, stavan lì a ricordare che non si trascuravano le precauzioni di un avamposto in terra di confine, mentre la "Torre della Sapienza", ufficialmente proclamata sul muro della chiesa testimonia che i rapporti di fiducia e di correttezza erano alla base dei principi che reggevano la comunita' civile e religiosa.